



Sono sul mio balcone e sto scavando senza meta nei legni per passare il tempo quando qualcosa attira la mia attenzione. Nell'edificio di fronte, su un balcone proprio come il mio, vedo un uomo. I suoi capelli sembrano leggermente umidi. È così assorbito nel libro che sta leggendo, non si accorge che lo fisso. Mentre gira la pagina, posso sentire la consistenza cartacea tra il pollice e l'indice: l'attrito che rilascia la fragranza familiare ma indescrivibile delle pagine stagionate. Conosco quest'uomo ma non riesco a collocarlo del tutto.
Una donna, scalza, avanza da dietro di lui. Quando il vento accarezza i suoi lunghi capelli, il profumo caldo e dolce dell'ambra riempie l'aria. Gli porge una tazza e gli bacia dolcemente la sommità della testa. Quando beve un sorso, le mie labbra assaggiano lo zafferano e la menta. I ricordi lampeggiano davanti a me come scene di film. Ricordo dove l'ho incontrato. Cinque anni fa, vendendo poesie composte una macchina da scrivere all’angolo della strada. Ricordo il nostro primo bacio su una pista da ballo buia e illuminata. Correre per le strade piovose di Bali. La scatola di sandalo che mi ha teso mentre era in ginocchio. E all'improvviso c'è la sua nuca sul mio balcone. Guardo i miei piedi nudi. Nelle mie mani c'è l'immagine del suo volto, scolpita nel legno galleggiante.
WOODY, SPICY, POWDERY
Bertrand Duchaufour
WOOD HAZE 01.11
